Le tappe della sua vita

 

Un nuovo rampollo in casa Franco

 

Era una Domenica come tante altre, nella quieta città di Biancavilla, quando alle quattro del pomeriggio del 6 settembre 1868, al numero 2 della via Cittadella (l’attuale via Treves), un vagito venne ad allietare la famiglia del massaro trentottenne Francesco Franco, figlio del fu Placido: era Salvatore che personalmente annunziava la propria intenzione di dire qualcosa nella vita.

La madre, Paola Rubino del fu Salvatore, non s’aspettava, forse, a 42 anni suonati, che un altro rampollo le facesse rispolverare la culla, da qualche anno sistemata in un angolo del riposto, al piano superiore.

Alle quattro del pomeriggio del giorno seguente, massaro Francesco, col vestito delle grandi occasioni, si trovò, in buona compagnia, dinanzi al sindaco Giuseppe Uccellatore per presentare il suo maschietto e comunicare l’intenzione di dargli il nome del nonno materno.

Erano con lui altri quattro papà di altrettanti vispi maschietti: Giovanni Baratta e Salvatore Tomasello nati anche loro il giorno prima, Francesco Papotto e Gaetano Lofaro freschi di giornata.

Copia dell’atto originale di nascita di Salvatore Franco.

Sebbene abilissimi nell’uso della zappa e di attrezzi similari, i componenti del simpatico quintetto non avevano altrettanta dimestichezza con la penna.

Ciascuno scelse come testimoni due colleghi di paternità - massaro Francesco da parte sua optò per Alfio Lofaro e Giuseppe Tomasello - e il primo cittadino pensò a tutto il resto: redasse accuratamente l’atto di nascita, ne diede lettura e concluse: «... indi si è firmato da me solo, avendo detto il dichiarante e i testimoni di essere illetterati.»

Espletati gli adempimenti civili, la comitiva si incamminò verso la chiesa di Santa Maria dell’Elemosina dove una piccola folla di amici e parenti sostava a capannelli davanti alla chiesa e attorno al fonte battesimale.

Ad attenderli era Don Antonino Petralia che, in latino, invitò i piccoli ad uno ad uno a rinunziare, per bocca dei padrini, a satana e a tutte le sue pompe, per poi amministrare il battesimo.

Giunto il turno di massaro Francesco, Don Antonino Petralia si fece indietro per dar posto al Canonico Ferdinando Pastanella che rese cristiano il piccolo Salvatore sorretto dalle braccia dei padrini, i coniugi Rosario Caudullo di Salvatore e Concetta Ventura di Giuseppe.

 

L’infanzia del Franco nella Biancavilla di fine 800

 

L’aneddotica del periodo infantile

L’aneddotica dell’infanzia di personaggi illustri è solitamente costellata da racconti più o meno coloriti che, se da un canto fanno presagire le future gesta, dall’altro sfuggono ai criteri di una rigorosa storicità.

Se vogliamo, però, accettare l’affermazione paradossale di Chesterton, secondo cui un libro di fiabe ha più valore di uno di storia, perché il libro di fiabe è composto e tramandato dalla maggioranza sana del villaggio, mentre quello di storia è scritto da uno del villaggio che è matto, gli aneddoti che gli si attribuiscono, a prescindere dalla rigorosa veridicità, rivelano certamente l’opinione che i suoi concittadini avevano di lui.

In uno di questi aneddoti, da me stesso ascoltato quando ero ragazzo e successivamente letto in un numero del periodico locale CALLICARI, si racconta che nelle elementari, il maestro, viste le capacità del giovane Franco, gli diede da studiare un libro di matematica delle superiori. I compagni, vedendo che non faceva gli stessi loro compiti, lo prendevano in giro e la cosa giunse alle orecchie del padre che, preoccupato, si recò a chiedere spiegazioni al maestro.

Rassicurato dagli apprezzamenti lusinghieri del maestro stesso, che si dilungò nel parlare della superiorità dell’intelligenza del figlio, tornò a casa e volle curiosare in un quaderno di Turiddu, ma... sorpresa! ... vide che le pagine contenevano sequele di lettere e di segni.

Sospettando una pietosa bugia da parte del maestro, mise in tasca il quaderno, uscì di casa e si recò pensieroso in farmacia; mostrò titubante il quaderno al farmacista, a quei tempi, una delle poche persone facilmente raggiungibili e in grado di decifrare e capire le tracce di inchiostro sulla carta.

Il buon uomo sfogliò il quaderno, l’osservò con attenzione, si soffermò su qualche pagina, tornò indietro a rivedere le pagine precedenti, mentre massaro Francesco seguiva col fiato sospeso ogni sua mossa; quindi, con composta ammirazione, spiegò che non si trattava di “copiato di vocali” ma di esercizi di “algebra”, studi che pochi eletti avrebbero affrontato nel ginnasio!

Tornato a casa soddisfatto volle premiare il figlio e prima ancora di raccontare alla moglie l’accaduto, solennemente le ingiunse: «Paolina, prepara un uovo per Turiddu, ché se lo merita!».

Parte III

 

Il nome di Salvatore Franco è legato essenzialmente alla sua invenzione di maggiore rilievo: il Calendario Perpetuo Meccanico.

Questa invenzione costituisce il punto di arrivo e l’elemento tangibile di una ricerca più ampia che gli ha permesso la scoperta della ciclicità del Calendario Gregoriano; da essa ha fatto derivare tre diverse procedure di calcolo, che costituiscono tre distinte invenzioni:

1. Procedura meccanica.

2. Procedura attraverso tavole.

3. Procedura mnemonica.

La prima procedure consiste nell’invenzione di una macchina da calcolo, abbastanza semplice, che permette di trovare rapidamente le indicazioni relative ai giorni della settimana, alle fasi lunari medie e alle feste mobili per qualsiasi anno dell’era cristiana, prima e dopo la riforma gregoriana, senza limiti di tempo.

Si tratta del Calendario Perpetuo meccanico.

Poiché il congegno non era di facile diffusione, per la sua mole e per il costo ... proporzionato alla mole, tre anni prima della morte pubblicò un volume nel quale tradusse in tavole le procedure scoperte.

Parallelamente, fin dai primi tempi delle sue ricerche, aveva elaborato delle tecniche mnemoniche attraverso le quali era possibile ricavare i dati stessi; la loro esposizione è fatta nel volume citato.

Nelle pagine che seguono ho esposto questi distinti aspetti e - pensando di fare cosa utile al lettore - ho aggiunto delle semplificazioni in modo da rendere più accessibile e di facile utilizzo le procedure stesse.

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Prima di addentrarci nell’argomento è necessario fare una precisazione.

Esistono in commercio tanti modelli di “Calendario Perpetuo” sia come tavole, sia come congegni, sia incorporati in orologi e – più recentemente – in programmi di computer.

Si tratta però di dispositivi o tabelle che forniscono i giorni della settimana – qualche volta anche le fasi lunari e le feste mobili – per un numero limitato di anni.

L’invenzione del Franco consiste nell’avere scoperto la ciclicità e di aver meccanizzato i calcoli in modo da poter ottenere con facilità il calendario completo per qualsiasi anno, senza alcun limite, sia nel Calendario Giuliano che in quello Gregoriano.