2.2 PUNTUALIZZAZIONE DELLO STATO E DEI MOTIVI DEL DISAGIO.

 

22.1 Ogni nuovo utente che si presenta con problemi di una certa complessità rappresenta per noi un'occasione di studio e di ricerca.

Al primo incontro segue spesso una riunione fra l'operatore che ha seguito il colloquio, il collega che eseguirà le indagini psicodiagnostiche ed altri che si pensa possano utilmente intervenire nella discussione. Insieme si formulano le prime ipotesi e si traccia un programma di indagini miranti a verificare le ipotesi fatte o a modificarle se è il caso.

Nei giorni seguenti, mentre l'operatore a ciò addetto esegue le indagini, gli altri approfondiscono il caso attraverso la lettura delle pubblicazioni più recenti esistenti in biblioteca e annotando quanto potrebbe essere utile esplorare ai fini di una sempre più dettagliata focalizzazione dello stato, delle probabili cause e dei possibili interventi.

 

22.2 Nell'esplorazione della personalità mediante le varie tecniche di psicodiagnostica siamo soliti eseguire per tutti i soggetti delle indagini di routine; per i casi particolari o per approfondire aspetti che hanno bisogno di maggiori chiarificazioni si scelgono di volta involta i tests più adatti allo scopo.

Le indagini di routine attualmente in uso da noi comprendono:

- Profilo di personalità mediante il VIP - test (Valutazione Integrale della Personalità, questionario da noi elaborato e validato).

- Esplorazione della struttura profonda della personalità, mediante il test di Rorschach.

- Esplorazione delle problematiche vissute, mediante il TAT.

- Esame dell'efficienza mentale mediante il test di intelligenza Wechsler-Bellavue.

 

22.3 Completate le indagini, l'équipe che si occupa del caso, ridiscute le ipotesi alla luce dei nuovi dati e traccia un dettagliato programma di colloquio guidato, allo scopo di validare o modificare le ipotesi in una triplice direzione: esatta focalizzazione dello stato attuale, analisi delle probabili cause, prognosi sull'esito dei possibili interventi.

 

22.4 Il colloquio di validazione che ne segue è strettamente guidato, anche se assume la forma discorsiva e non di interrogatorio; viene presentato all'utente come una situazione del colloquio precedente, alla luce dei nuovi dati e dello studio del caso; le domande tendono ad essere precise e si sollecitano risposte altrettanto precise e circostanziate, in modo che non sussistono dubbi. In questa prospettiva si rivede anche la lista degli argomenti elencati parlando del primo incontro; si potrà così integrare l'indagine formulando le domande che in quella circostanza erano state omesse, chiarendo tutti i punti che non erano stati sufficientemente approfonditi o quelli che, alla luce di quanto successivamente emerso, pongono nuovi interrogativi.

Particolare attenzione va rivolta alle aspettative dell'utente, al suo modo di concepire un sistema di vita ideale ed a tutto quello che vorrebbe modificare nel suo attuale modo di vivere.

Le risposte vengono accuratamente trascritte; questa prassi si sta rivelando utile ai fini di un progressivo miglioramento della formulazione delle domande e come raccolta di dati per la ricerca scientifica.

In casi particolarmente complessi il colloquio di validazione si può estendere per varie sedute.

Con molta frequenza l'utente chiede cosa sia emerso dalle indagini eseguite.

E' buona norma mantenersi su concetti generali, limitandosi a parlare di quegli aspetti già noti all'utente ed evitando accuratamente qualsiasi discorso che possa turbarlo o creargli ulteriori problemi.

Normalmente qualsiasi risposta data con un certo garbo soddisfa l'utente, ma può capitare il soggetto particolarmente ansioso o cavilloso che asserisca di conoscere già queste cosa e insista per avere maggiori dettagli. Siamo soliti rispondere, secondo i casi, che è vero che sono cose che già sapeva "poiché nulla esiste nel sapere dello psicologo che non sia già nel vissuto dell'utente"; che si tratta di dati puramente tecnici, utili all'operatore per valutare meglio quanto egli ha esposto ma che non hanno alcun peso per lui; che i dati emersi servono per impostare correttamente il trattamento, più che per chiarire il suo stato, già esaurientemente esposto da lui stesso, e così via.

Ovviamente anche queste richieste e le battute conseguenti sono da notare accuratamente; potrebbero costituire ulteriori elementi di chiarificazione sulla personalità dell'utente, oltre che fornire spunti per la valutazione di eventuali difficoltà che si possono frapporre ai vari tipi di trattamenti.