B. Motivi nevrotici, o comunque non normali, che hanno determinato la scelta del coniuge

 

Rientrano in questa vasta categoria tutti i casi in cui l’attrazione è determinata da fattori inconsci o da elementi esterni, che limitano la piena libertà di scelta.

I casi sono molteplici, ne citiamo alcuni a titolo di esempio.

 

a) Scelte influenzate dalla figura del genitore di sesso opposto

 

Nell'infanzia, verso il quarto anno di vita, si crea nei confronti del genitore di sesso opposto un forte legame emotivo. Tale rapporto, se non è vissuto e superato serenamente, potrà condizionare la futura scelta coniugale.

I casi possono essere diversi. A volte ci si orienta verso una figura che ripeta in tutto quella del genitore, nell'inconscio desiderio di rivivere, in chiave positiva, l’esperienza infantile. Altre volte, spinti dalla paura di ripetere una esperienza traumatizzante, ci si orienta verso una persona che sia in tutto l’opposto del genitore.

Altre volte infine si resta affettivamente legati alla figura del genitore di sesso opposto, al punto da non essere più capaci di operare una scelta: sono quelle persone che giungono ad una età matura cercando invano l’anima gemella. Ogni persona, inconsciamente confrontata con l’immagine idealizzata del proprio genitore, viene giudicata insignificante; ad aggravare lo stato subentrano a volte sensi di colpa verso il proprio genitore, come se lo si tradisse rivolgendosi ad un’altra persona.

 

Due esempi potrebbero aiutare a comprendere meglio.

 

A.F., 28 anni, sposata da 5 anni.

Si presenta al Consultorio perché la sua vita coniugale è divenuta impossibile.

Il marito, pur asserendo di amarla, ha un comportamento brutale nei suoi riguardi, non si cura di lei e non prende in considerazione le sue gravi difficoltà, sia a livello sessuale sia di contatti sociali.

La signora aveva cominciato a notare un simile comportamento del marito fin da quando era fidanzata ed era stata messa in guardia da amici. Tuttavia, inspiegabilmente, non era riuscita a rompere il fidanzamento malgrado l’insoddisfazione del rapporto.

Dalla sua storia emerge un’infanzia infelice, causata da un padre brutale che aveva fatto vivere nell'incubo l’intera famiglia. Invitata a fare un confronto fra la figura del padre e quella del marito, si mostra sorpresa da una constatazione che fin or non aveva mai fatta: si somigliano moltissimo nel carattere e nel comportamento in seno alla famiglia.

Da bambina aveva sofferto a causa del padre ed era rimasta con l’esigenza insoddisfatta di stabilire un rapporto gratificante con lui. Da adulta era stata fatalmente spinta a cercare una figura di uomo che somigliasse al padre, nell'inconscia speranza di realizzare quanto allora non aveva ottenuto. Rivive così l’esperienza infantile, ma anche questa volta in maniera infelice.

 

G.T., 34 anni, funzionario statale, sposato da 5 mesi.

Si presenta in Consultorio perché detesta la moglie, pur riconoscendo di non averne alcun motivo.

Dice di averla sposata dopo un brevissimo fidanzamento perché aveva deciso di doversi sposare; fra le candidate, l’attuale moglie era la più rispondente ai suoi criteri. Proprio per questo motivo il fidanzamento era stato brevissimo: se ci avesse messo tempo non si sarebbe più deciso.

È molto legato alla madre – rimasta vedova quando lui aveva solo tre anni – ed aveva deciso di continuare a vivere con lei, anche dopo il matrimonio.

Racconta come, tornando dl breve viaggio di nozze, cominciò a provare una avversione immotivata verso la moglie. Non sopportava di vederla in casa e - cosa strana - non riusciva più a sostenere lo sguardo della madre.

Condotte le indagini psicologiche, giungiamo alla conclusione dell'opportunità di un trattamento psicoterapeutico, che si prospetta piuttosto lungo. Poiché abita in una città molto distante da Catania e da qualsiasi altro centro in cui ci sia la possibilità di attuarlo, si discute dell’ipotesi di un trasferimento. Come parlando fra sé e sé, commenta:

Tenuto conto del mio grado, l’unica possibilità è chiedere il trasferimento a Roma, presso il Ministero. Mia moglie insegna e certamente non potrà avere il trasferimento per Roma. Io non potrò andare a vivere da solo … Sì, potrei farmi trasferire a Roma e vi andrei con mia madre …

b) Scelta in funzione delle proprie anomalie.

 

Una persona con determinati disturbi facilmente si orienta nella scelta di un partner che presenti una personalità tale da prestarsi al soddisfacimento delle esigenze create dai disturbi stessi.

A volte il partner presenta dei disturbi complementari, si hanno così delle scelte che potremmo chiamare ad incastro. È il caso tipico del sadico che si unisce al masochista, della persona fortemente protettiva che si unisce a quella eccessivamente bisognosa di protezione e così via.

A prima vista due tipi del genere potrebbero sembrare bene assortiti, ma andando più a fondo si scopre quasi sempre una situazione estremamente rischiosa, per molteplici motivi.

Ne accenniamo alcuni:

  • Una anomalia è sempre un disordine della personalità e sono rari i casi in cui essa sia perfettamente integrata e non produca un disordine nell'equilibrio generale.

  • Ogni anomalia ha come conseguenza un irrigidimento degli schemi di comportamento ed una ridotta adattabilità.

  • Se la complementarietà di anomalie non è perfetta – cosa d'altronde rara – la poca adattabilità rischia di provocare conflitti.

  • Le anomalie sono spesso vissute con un senso di disagio che può portare ad un bisogno di superamento. In questi casi ci si trova costretti dall'altro a perseverare in un ruolo non più sentito e - qualche volta - anche detestato.

c) Scelte basate sulla proiezione di sé nell'altra persona

 

In questi casi la persona si innamora dell’immagine di sé vista nell'altro o ricerca nell'altro ciò che avrebbe voluto essere. Altre volte riversa sull'altro tutte le premure che lui stesso avrebbe voluto ricevere.

Alla base vi si riscontra un’insicurezza nella propria identità personale, che viene ricercata attraverso la proiezione nel partner.

L’equilibrio che viene a crearsi è instabile, anche perché una situazione del genere non sempre incontra l’entusiasmo dell’altro.

d) Scelte basate sull'insicurezza di sé e del proprio ruolo

 

Può accadere che una persona abbia inconsciamente paura di affrontare un rapporto di vita coniugale su un piano di parità. Si orienta in tal caso verso qualcuno su cui avere un ascendente: persone molto giovani, di livello sociale od economico molto inferiore al proprio, menomate, deboli …

Il vero motivo può essere coperto, ai propri occhi ed a quelli degli altri, con spiegazioni diverse: matrimonio per puro amore, altruismo, generosità. In realtà, si evita il confronto diretto, assumendo un ruolo protettivo.

Le difficoltà, se non risolte attraverso un superamento interiore, vengono fuori quando le differenze originarie tendono a livellarsi, perché l’altra persona diviene adulta o più sicura, oppure perché la nuova condizione creatasi col matrimonio copre il dislivello iniziale.

e) Scelte basate su elementi estetici

 

Motivazioni esclusive o prevalenti di questo genere possono nascondere nell'uomo un’insicurezza inconscia della propria virilità.

L’ammirazione – specialmente da parte del pubblico maschile – per la compagna che si ha accanto, è vissuta come stima e ammirazione per le proprie capacità di conquista.

L’insicuro, ricevendo così l’avallo degli altri, si sente più uomo, lui stesso.

Altre volte queste motivazioni possono tradire anche tendenze inconsce esibizioniste od omosessuali che vengono soddisfatte attraverso la identificazione con la bella donna, oggetto di ammirazione e di desideri sessuali.

f) Scelte basate sulla ricerca di prestigio

 

La ricerca di prestigio può trovare una soddisfazione a due livelli: sia – specialmente per la donna – nello stato matrimoniale in sé, sia nel livello sociale, culturale, economico della persona che si sceglie.

g) Scelte basate su pressioni familiari

 

Le pressioni, che i familiare esercitano con la motivazione dichiarata di volere il bene del figlio, nascondono spesso l’aspirazione a soddisfare nel figlio, attraverso la ricerca del buon partito, le proprie esigenze insoddisfatte.

 

L’elencazione potrebbe continuare, ma l’esigenza di brevità ci impone un limite.

Scelte fondate sui motivi elencati non escludono un’evoluzione verso un rapporto normale.

Più frequentemente però si scivola verso il conflitto, anche se inizialmente si era creato un certo equilibrio. Gli elementi di rottura possono essere molteplici, quali il venir meno del motivo della scelta iniziale, la non definitiva rassegnazione al ruolo imposto dall'altro, una ulteriore maturazione di uno dei due o altri ancora.